


Luoghi incontaminati, paesaggi isolati, vicende storiche, l’isola nell’estrema punta a nord-ovest della Sardegna, è un mondo da scoprire
Localizzazione: Mar di Sardegna
IL PARCO
L’Asinara, per dimensioni la seconda isola sarda dopo Sant’Antioco, presenta una forma stretta, allungata in senso Nord-Sud con un andamento della linea costa molto frastagliato, indice di una notevole varietà di habitat. L’Isola presenta una situazione storica, ambientale e giuridica estremamente singolare. Sebbene i primi resti della presenza umana risalgano al neolitico, la natura si e potuta conservare grazie ad un susseguirsi di eventi che le fecero assumere il nome poco accattivante di Isola del Diavolo: è stata una Stazione Sanitaria di quarantena, un campo di prigionia nella prima guerra mondiale ed uno dei principali supercarceri italiani durante il periodo del terrorismo degli anni ’70 e nella lotta contro la delinquenza organizzata sino all’istituzione del Parco. Questo isolamento, durato oltre un secolo, ha provocato da un lato la nascita del fascino e del mistero dell’Isola e dall’altra l’indiretta conservazione di alcune aree integre e vergini, rendendola un patrimonio unico e di inestimabile valore a livello internazionale.


LA COLONIA PENALE AGRICOLA
La storia delle carceri dell’Asinara inizia lontano nel tempo, nel 1855, quanto i circa 500 pastori e pescatori stanziati sull’isola vennero allontanati per regio decreto: l’isola venne infatti trasformata in una stazione sanitaria di quarantena e in una colonia penale agricola. In quel periodo, dunque, sull’Asinara spuntarono le prime celle. Durante la prima guerra mondiale, però, fu l’intera isola a diventare un’unica grande galera: furono infatti dirottati sull’Asinara circa 25.000 prigionieri austro-ungarici, portati fino a qui per restare sotto osservazione sanitaria.
IL CARCERE DI FORNELLI
Costruito alla fine dell’Ottocento, ha una struttura rettangolare e si estende su una superficie di circa 8000 metri quadrati. Durante la Seconda guerra mondiale fu adibito a ricovero per i malati di turbecolosi, mentre negli anni Settanta fu trasformato in carcere di massima sicurezza, ospitando anche detenuti delle Brigate Rosse e camorristi. Negli anni Ottanta ha “accolto” mafiosi sottoposti al regime del 41 bis. È stato dismesso nel 1998.
LE CARCERI ALL’ASINARA
Sono una decina le diramazioni delle carceri dell’Asinara, sparse per tutti i 52 chilometri quadrati dell’isola, ognuna delle quali è andata nel tempo a raccogliere dei detenuti di tipo diverso, a seconda dei crimini commessi. La prima struttura di detenzione ad essere costruita è stato quella di Fornelli, a sud dell’Isola. Negli anni Settanta diventò un carcere di massima sicurezza, per ospitare esponenti delle Brigate Rosse – come per esempio Curcio – e dell’Anonima Sarda. Proprio il carcere di Fornelli balzò sulle prime pagine di tutto il Paese nel ’77 per una violenta rivolta, che portò ad un marcato inasprimento del sistema di controllo dell’isola. Altro carcere di massima sicurezza dell’Asinara è il bunker di Cala d’Oliva, che come anticipato ospitò Riina, nonché Cutolo. Sull’isola sorgono poi il carcere di Santa Maria, che raccoglieva detenuti per spaccio, quelli di Tumbarino, di Stretti, di Trabuccato, di Campo Faro, di Capo Perdu, di Sa Zonca e di Elighe Mannu.

ASINO BIANCO
L’asino bianco è caratterizzato da dimensioni ridotte che in un soggetto adulto sono di circa 1 m di altezza al garrese. Presenta una testa quadrangolare con profilo rettilineo, collo corto, arti robusti, piede bianco, piccolo e poco resistente. Presentano una marcata fotofobia ed un andatura incerta in ambienti luminosi. L’originalità dell’animale è dovuta al caratteristico fenotipo che si manifesta con colorazione bianca del mantello, colore rosa della pelle e parziale pigmentazione dell’iride, percepita di colore rosa-celes